Prendo spunto da questo bel post dell’amico Marco, che per ben quasi 20 anni ha fatto Appiano-Bolzano e ritorno in bici per andare al lavoro TUTTI i santi giorni e quindi se devo associare ciclismo e freddo, la prima immagine che mi viene in mente è lui sulla ciclabile con pioggia, vento, nevischio!
L’altro giorno, ci siamo sentiti via mail, e parlando dell’argomento in oggetto mi ha detto “Io metto quello che capita…Mai badato all'abbigliamento… anche perché tengo famiglia e certi prezzi per me non sono abbordabili.”
Ebbene il post ha il duplice scopo di esaminare cosa metto io nelle uscite invernali, che di questi tempi stanno diventando più numerose che in passato, e dimostrare che con capi “normali” (detto in parole povere “genere Decathlon”) e magari comprati fuori stagione in saldo non si spende un capitale.
Premessa: non sono qui a dimostrare che il capo super-tecnico, di marca e costoso è inutile… Anzi!! Sono convinto che nella maggioranza dei casi il prezzo che ci sembra folle è giustificato (dalla ricerca e sviluppo, dai materiali, dalla durata, ecc.); se siete ciclisti che vanno in bici tutto l’anno anche con temperature polari, investite sicuramente in pochi capi traspiranti che non vi fanno riempire di sudore e di conseguenza farvelo gelare addosso (insomma Endura in primis, Gore, Assos, Castelli o il materiale da sci alpinismo è il vosto pane).
Ma se siete come me, che solitamente tra fine ottobre e fine marzo tirate fuori la bici sporadicamente e diciamo nell’intorno dei 4-10 gradi, dei capi semplici e poco costosi fanno al caso vostro.
Disclaimer finale: io sono mooolto freddoloso. Quello che metto addosso io, probabilmente va dimezzato oppure a voi potrebbe andare ben con 10 gradi in meno. L’importante come in altri sport è vestirsi “a cipolla” per avere la possibilità di togliere/mettere a seconda del vostro feeling.
Intimo e calzamaglia
Sento già la prima critica: parli di economico e inizi con una maglia X-Bionic ?? È vero, la X-Bionic Energizer Mk2 non costa poco, ma si trova in saldo o nell’outlet di Noventa di Piave a cifre intorno ai 60€ e vi assicuro che sono i soldi meglio spesi. Io la uso da anni per lo sci (e la versione a canottiera per la mtb in estate) e dopo 1000 lavaggi sono ancora perfette. Non si inzuppano, non puzzano e la versione a maniche lunghe tiene molto caldo.
Per le gambe quando vado a sciare uso la sua calzamaglia abbinata, ma qui abbiamo il problema del fondello. Si potrebbe metterlo sotto (ricordatevi che il fondello va SEMPRE a contatto con la pelle e messo senza mutande!) ma temo non sia comodissimo. Al loro posto io indosso una calzamaglia Decathlon felpata, con un fondello non eccezionale ma neanche malvagio e che ha anche il gradito optional di un poco di protezioni sulle anche. Lo trovai in luglio (insieme alla giacca softshell) in un Decathlon a Brescia a 19€ e poi non l’ho più visto. Spero mi duri molti anni…
Secondo layer
Sopra l’intimo metto spesso un pile leggero che anche ha uno strato antivento. Mi trovo benissimo con un capo della Quechua (Decathlon) che mi sembra di aver pagato 14€ o giù di lì. Lo uso molto anche in estate se si sale in quota e il tempo cambia. È molto slim-fit, dalla foto non sembra, e resta molto ben attilato. Ha gli inserti per i pollici in modo da non far entrare l’aria su per le maniche ma sotto i guanti stretti impugnando le manopole dà fastidio.
Sopra i pantaloni da ciclismo la maggior parte delle persone non mette niente (e giá così pedalando avrebbe caldo). Io invece infilo un paio di pantaloni da trekking della Montura che anche qui uso spesso in autunno per giri in quota (o nei bike-park visto che ci stanno sotto comodamente le ginocchiere o i parastinchi). Sono di un materiale e spessore che sono la via di mezzo tra il felpato e la tela leggera e sono anche molto resistenti in caso di cadute o strappi contro rami/alberi.
Terzo Layer
Sopra il pile leggero se le temperature sono sopra i 10/gradi uso un gilet in soft-shell sempre Quechua. Quando però il freddo alle braccia si fa sentire, indosso un altro di quei capi che ho avuto la botta di fortuna di trovare in super-saldo (avete presente quando ci sono un paio di capi XS e altri XXL a prezzacci…). Per 19€ infatti ho trovato una giacca soft-shell della BTWIN che secondo me non ha nulla da invdiare a quelle stra più costose di altre marche famose (tanto per non fare nomi, ne ho una della Salewa, pagata scontatissima 99€ quando fanno la svendita di campionario che è molto inferiore).
Intanto si vede che è stata concepita per il ciclismo, in quanto è lunga dietro, ha i tasconi tipici sulla schiena, oltre a una comodo taschina con cerniera per il cellulare. Spettacolari sono le lunghe aperture tra braccia e ascelle quando si comincia a sudare e vogliamo far entrare un po’ d’aria. Insomma un vero “bargain”.
E sa fa freddo-freddo, soprattutto in discesa asfaltata o non tecnica dove quindi ci muoviamo poco o non riusciamo a pedalare?
Nello zaino o nel marsupio grande tengo sempre un piumino molto leggero e fino della Meru (altra casa low-cost) che si appallotola nelo suo sacchetto e occupa poco posto. Come quarto layer sopra i tre di cui sopra si diventa veramente no-frost!!
Guanti
Le estremità sono sicuramente la parte che più si gela in quanto esposta al vento e che non si muove. Per quanto riguarda i guanti abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Io mi trovo molto bene con un paio di guanti invernali da ciclismo della Northwave che avevo preso superscontati su CRC quando ti arrivano quelle newsletter a cui non sai rinunciare. Ultimamente sto usando anche dei guanti della Ziener penso siano da sci di fondo che avevo preso per le ciaspolate. Sono leggermente più grossi ma molto più caldi soprattutto per lo strato windstopper e si riesce a frenare senza problema e con un ottimo feedback.
Feedback che non si ha invece con i normali guanti da sci che sono troppo grossi e diventano quasi pericolosi. In cantina ho trovato (penso fossero di mio padre perché sono 2 taglie piú della mia) un paio di questi che potrebbero andare bene per temperature molto sotto lo zero (soprattutto è bello che coprano gran parte del polso). All’estremo opposto se fa veramente poco freddo uso un guantino touch-enabled della The Northface (online si trova alla metà che in negozio).
Calze e scarpe
Per le poche uscite che faccio comprare un paio di scarpe specifiche invernali (come ad esempio l’ottima Northwave Raptor) non è sicuramente il caso. Indosso quindi le mie vecchie abituali Fiveten Impact High che sono abbastanza calde ma hanno però il difetto di bagnarsi in un attimo e non asciugarsi mai. Per questo ho rispolverato un vecchio paio di Northwave Dolomite che avevo comprato ahimé a ridosso del cambio filosofia in merito ai pedali (da clipless a flat). Ho tolto ovviamente la placchetta e messo il suo inserto con la vite, ma la suola molto tacchettata in vibram non ha sicuramente una gran presa sui pedali flat. Di contro il Goretex che le equipaggia mi farebbe stare tranquillo se trovassi pozzanghere, fango o anche neve. La versione nuova sembra essere molto cara, mentre la mia vecchia che sarà fuori produzione la si trova a 1/3 del prezzo.
Essendo scarpe non propriamente “moon-boot” ci va abbinata una calza calda. A step di temperature io indosso un paio di calze termiche corte sempre di Northwave, la maggior parte della volte unacalza lunga della Gore (non proprio ecomicissima, ma uno dei migliori acquisti che ho fatto) e se proprio voglio stare tranquillo una calza Polartec Lorpen in pile che si suda anche a -20!
Testa e volto
Un Buff in pile non può mancare. Se preso originale della marca che ne ha dato il nome, può costare molto, io ho avuto la fortuna di trovarlo su Amazon a 9€ probabilmente perché è molto lungo, molto “piloso” e molto caldo, tutte caratteristiche che a me andavano più che bene. Difficilmente lo alzo sopra il mento a coprire bocca e naso (vuol dire che saremmo sottozero e non uscirei), ma per un ulteriore strato anti-maldigola è ottimo.
La parte superiore della faccia invece la copro con una maschera da sci con lenti trasparenti. In estate uso la maschera della POC che adopero d’inverno a sciare e che ha un doppio set di lenti (arancioni e bianche) ma quando non ho voglia di smontare le arancioni, uso un paio di goggles no-name presi molto tempo fa su CRC a meno di 25€. Che pur essendo molto grandi ci stanno benissimo sotto la visiera dell’ottimo casco MET Roam.
Sotto il casco due opzioni: o una SkullCap di Endura che uso anche sotto il casco da sci (che però è imbottito ed estremamente più caldo), oppure ultimamente ho trovato dei capellini della VL Von Lamezan con una fascia in pile sulle orecchie ma il resto è un misto cotone/poliestere che non fa per niente sudare (al contrario di quelli di lana o solo sintetici). Sia al mercatino di Innsbruck che a quello di Bolzano li vendevano a 9.90€ e ne ho presi un bel po’ e ne sono contentissimo (penso andranno bene anche per le ciaspolate dove di solito o sudo o ho freddo).
Conclusione
È famoso il detto “there is no bad weather, only bad clothing…”. E fondamentalmente è vero. Certo bisogna sempre considerare anche le altre condizioni, soprattutto del terreno. Se non fa freddissimo ma i sentieri sono comunque ghiacciati, pieni di duro fango o di rimasugli di nevicate, meglio aspettare la bella stagione. Ma in giornate come oggi, una Befana con un bel sole, 8/9 gradi e trail perfetti al limite un po’ troppo “fogliosi”, un bel giro in MTB nelle ore più opportune (testato oggi in pratica dopo averlo verificato teoricamente!) si può tranquillamente fare.